Cento anni fa nasceva Luigi Trincia, un
"italiano comune" passato attraverso le grandezze e i drammi
del secolo scorso. Il figlio Luciano, storico e saggista, ne
racconta la storia in un libro dal titolo "L'odore del
Novecento. Guerre, migrazioni, luoghi di memoria nelle carte di
Luigi Trincia (1912-1990)", edito da Gangemi Editore.
Luigi Trincia nasce il 26 giugno 1912: la sua storia "normale" si intreccia con i due conflitti mondiali e con tutti gli straordinari eventi che hanno attraversato il secolo passato. "Una figura esemplare del travagliato cammino compiuto nel Novecento dal nostro Paese": cosi' il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricordato la sua vita e la sua opera.
Il volume, corredato da numerose foto e documenti d'epoca, sara' presentato a Roma il 20 settembre dal Pro-Rettore della Sapienza, Antonello Biagini, da Aldo Cazzullo del "Corriere della Sera" e da Mario Avagliano del "Messaggero". Uscito nell'ambito delle celebrazioni per il 150* dell'Unita' d'Italia, il libro e' la storia di un italiano senza alcuna carica politica o istituzionale, il cui percorso umano diventa pero' paradigmatico di un'intera generazione di donne e di uomini, passati attraverso l'esperienza del primo dopoguerra, del fascismo, della ricostruzione. Sono pagine, lette ora a distanza di cento anni dalla nascita del protagonista, in cui i grandi eventi del "secolo breve" si intrecciano a vicende individuali, a volte drammatiche, a volte felici.
Luigi Trincia nasce il 26 giugno 1912: la sua storia "normale" si intreccia con i due conflitti mondiali e con tutti gli straordinari eventi che hanno attraversato il secolo passato. "Una figura esemplare del travagliato cammino compiuto nel Novecento dal nostro Paese": cosi' il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricordato la sua vita e la sua opera.
Il volume, corredato da numerose foto e documenti d'epoca, sara' presentato a Roma il 20 settembre dal Pro-Rettore della Sapienza, Antonello Biagini, da Aldo Cazzullo del "Corriere della Sera" e da Mario Avagliano del "Messaggero". Uscito nell'ambito delle celebrazioni per il 150* dell'Unita' d'Italia, il libro e' la storia di un italiano senza alcuna carica politica o istituzionale, il cui percorso umano diventa pero' paradigmatico di un'intera generazione di donne e di uomini, passati attraverso l'esperienza del primo dopoguerra, del fascismo, della ricostruzione. Sono pagine, lette ora a distanza di cento anni dalla nascita del protagonista, in cui i grandi eventi del "secolo breve" si intrecciano a vicende individuali, a volte drammatiche, a volte felici.
Sinossi:
Il Novecento visto attraverso la vicenda
umana di un uomo semplice, che ha attraversato a occhi aperti il secolo
delle dittature. Gli occhi miti del figlio del mugnaio di Norcia, che
vedono un mondo rurale scandito dai ritmi della semina e del raccolto.
Gli occhi spersi dell’orfano di guerra, che nel novembre 1917 emigra con
la madre in una Roma non ancora toccata dalle ristrutturazioni
urbanistiche di epoca fascista. Gli occhi spavaldi dello studente di
Economia e Commercio alla Regia Università di Napoli, negli anni che
conducono alla seconda guerra mondiale. Quella narrata in queste pagine è
allo stesso tempo una storia "pubblica" e "privata", in cui i grandi
eventi del "secolo breve" si intrecciano a vicende individuali, a volte
drammatiche, a volte felici. Ne risulta un vivace spaccato dell’identità
personale e collettiva nell’Italia del Novecento, una fotografia a volo
d’uccello sul paese e sulle sue trasformazioni dai primi anni del
secolo alla caduta dei regimi comunisti.