La campagna
militare del 1860-1861, combattuta prevalentemente via terra, venne seguita
attentamente dal mare. Cavour, ministro della Marina, organizzò una vasta rete
di monitoraggio in cui la flotta svolse un compito fondamentale. La spedizione
garibaldina venne seguita fin dalle prime battute. La presenza della squadra navale
di Persano ebbe un ruolo strategico: servì per controllare da vicino la
condotta di Garibaldi; da deterrente nei confronti dei legni borbonici; da
fattore incoraggiante nei confronti della popolazione locale e costituì la longa
manus di Cavour nelle travagliate trattative per ottenere la defezione delle
unità borboniche. Non mancarono nemmeno le operazioni navali stricto sensu nelle
quali i navigli degli Antichi Stati Italiani operarono per la prima volta
contro un nemico ormai provato. La marina fu il tramite tra il centro e la
periferia, tra la Sicilia
e Torino, tra la sfera militare e quella politica.
Antonello Battaglia, dottorando di ricerca in Storia
dell'Europa presso il dipartimento di Studi Politici della facoltà di Scienze
Politiche della Sapienza, Università di Roma. Cultore della materia in Storia
Moderna, collabora inoltre con la cattedra di Storia dell’Europa Orientale.
Si occupa di tematiche relative alla storia della Marina Militare su cui
ha pubblicato diversi saggi e articoli e di politica mediterranea italiana
dall’Unità alla Grande Guerra