Recensione: Azerbaigian: una lunga storia

Il volume Azerbaigian: una lunga storia viene a colmare un vuoto nel panorama editoriale italiano. Se già le pubblicazioni in lingua italiana sul Caucaso non sono numerose, questo è il primo libro interamente dedicato all’Azerbaigian. Si trattava del resto di una grave mancanza per l’editoria italiana, poiché con la sua ricchezza culturale e le sue aree di crisi, il Caucaso è una delle regioni più interessanti del panorama politico internazionale e l’Azerbaigian ne racchiude tutta la complessità.

Buona parte dei contributi raccolti nel volume è volta a ricostruire la storia dell’Azerbaigian. Tuttavia questo libro non vuole essere un manuale di storia azerbaigiana. L’intento degli autori è piuttosto quello di delineare i periodi fondamentali della storia del paese caucasico, che per la sua posizione geografica ha risentito degli influssi di vari imperi. Nel corso del tempo il territorio azerbaigiano è stato condizionato dalle alterne fortune della Persia, della Russia e, in misura inferiore, dell’impero ottomano.

Accanto alle influenze politiche, l’Azerbaigian ha subito anche l’influsso delle culture che da quegli imperi provenivano, riadattandole in base alle sue esigenze specifiche. Si è prodotta così una nazione dotata di una sua specifica identità culturale, vicina alla Turchia per lingua e cultura, ma da essa divisa dalla confessione islamica sciita, che condivide con l’Iran.

Attraverso la Russia, il paese è stato inoltre profondamente influenzato dalla cultura europea. Entrato sotto il controllo di Mosca a partire dall’inizio del XIX secolo, l’Azerbaigian ha vissuto tutte le grandi fasi della storia russa, dallo zarismo al periodo sovietico, fino a quando non ha proclamato l’indipendenza nel 1991.

La dissoluzione dell’Unione Sovietica ha aperto nuove prospettive per l’Azerbaigian, ma ha anche provocato, come in altre aree del Caucaso, l’esacerbarsi delle tensioni interetniche. Tensioni sfociate nel conflitto del Nagorno Karabakh, un territorio a maggioranza armena ma compreso all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Azerbaigian.

Dagli anni ’90 il Nagorno Karabakh si è reso de facto indipendente da Baku, ma in assenza di un riconoscimento internazionale, la questione è ancora in attesa di trovare una soluzione definitiva e l’Azerbaigian non sembra intenzionato a rinunciare alla propria integrità territoriale.

La base storica del volume viene poi integrata da contributi miranti ad analizzare la realtà politica e sociale dell’Azerbaigian attuale. Gli autori si avvalgono di approcci di varia impostazione, che spaziano dalla politologia fino all’antropologia.

Il merito di questo libro è anche quello di rintracciare, nella complessa storia del paese caucasico, i punti di contatto con l’Italia, più numerosi di quanto si potrebbe inizialmente pensare. Si va, così, dalle osservazioni di Marco Polo, che descrive con stupore i giacimenti petroliferi sul mar Caspio, fino all’attuale interesse italiano (ed europeo) per un paese che, sia per i suoi punti di forza che per le sue criticità, riveste un ruolo fondamentale nelle complesse dinamiche del Caucaso.

Natalizia G., Pommier Vincelli D. (a cura di), Azerbaigian. Una lunga storia , Passigli, Firenze, ottobre 2012.

Giordano Merlicco è collaboratore dello Iai.