Il 30 novembre è stata presentata a Zagabria l'edizione croata del volume del prof. Antonello Biagini, Storia della Turchia contemporanea. La notizia è stata riportata anche da uno dei maggiori quotidiani croati Jutarnji list che titola "Come una forza spaventosa è diventata uno Stato che ammiriamo" e definisce il prof. Biagini uno dei maggiori esperti mondiali di storia turca.
Promotore dell'iniziativa e traduttore del testo il prof. Selimovic.
Festival di Storia: "Roma città ribelle" 26-27-28 ottobre
Comunicato stampa:
Roma è sempre stata protagonista delle tappe e degli eventi che hanno
segnato la storia del nostro paese. Una storia che si compone di mille battaglie,
lotte che hanno disegnato scenari di potere, ma anche, e questo è l’elemento
affascinante, intrighi, sommosse, tentativi di rovesciare il potere costituito,
insorgenze popolari più o meno organizzate.
Riconnettere i passaggi più importanti delle ribellioni avvenute nella
città eterna significa costruire e riconsegnare una memoria, una storia più
complessa, lontana da una linearità talvolta semplificatoria. Significa
interrogare la portata innovativa delle varie battaglie che hanno modellato e dettato il corso degli eventi.
Leggere la storia sottraendo la memoria e il suo esercizio alla tradizione significa
infatti articolare un sapere in grado di promuovere la creazione di spazi di
apertura, meccanismi di partecipazione e nuove forme di cittadinanza che si
fondano sulla consapevolezza del valore sempre attuale di alcuni episodi.
Il Festival di Storia che si terrà al Nuovo Cinema Palazzo dal 26 al
28 ottobre si articolerà in tre giorni di dibattiti, lezioni, spettacoli e
musica che consentiranno di ripercorrere i momenti più significativi delle
ribellioni e delle resistenze che hanno attraversato la Capitale: dalle eresie e
gli intrighi della Roma papalina alla resistenza romana al regime fascista, per
finire con la storia dei luoghi in cui si sono svolte alcune delle più
importanti battaglie degli anni ’70.
Le modalità di costruzione e realizzazione del Festival di Storia sarà
terreno di sperimentazione: la
composizione di saperi e linguaggi maggiormente accademici con esperienze e
forme comunicative meno istituzionalizzate consentirà di scardinare i
meccanismi classici di trasmissione del sapere. Il Festival di Storia sarà
inoltre un evento nomade: partendo dal Cinema Palazzo attraverseremo altri
spazi molto significativi come la
Facoltà di Lettere e la Casa della Memoria, dando vita a un flusso di
saperi che sia anche strumento di scambio e contaminazione fra luoghi così diversi
tra loro. Alla costruzione del Festival partecipano alcuni dei più importanti
docenti universitari ma anche collettivi universitari, circoli di storia,
associazioni, case editrici e singoli cittadini. Riteniamo infatti che solo
mettendo a cooperazione intelligenze e capacità differenti si possano produrre
elementi di innovazione e avanzamento tanto sul terreno culturale quanto su
quello sociale.
Recuperare una memoria storica a partire da parole, esperienze e
testi, individuare le linee di frattura che hanno determinato svolte e insorgenze,
coglierne il potenziale, il valore di un discorso in grado di parlare anche del
presente, questa è la tensione che muove la costruzione del Festival di Storia.
L’evento nasce dalla volontà di recuperare e produrre un sapere aperto,
accessibile, nella convinzione che la memoria storica è strumento prezioso e
mai neutro, uno strumento indispensabile alla creazione di nuovi modelli di
socialità, di partecipazione, di cittadinanza.
Programma:
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Recensione: Azerbaigian: una lunga storia
Il volume Azerbaigian: una lunga storia viene
a colmare un vuoto nel panorama editoriale italiano. Se già le
pubblicazioni in lingua italiana sul Caucaso non sono numerose, questo è
il primo libro interamente dedicato all’Azerbaigian. Si trattava del
resto di una grave mancanza per l’editoria italiana, poiché con la sua
ricchezza culturale e le sue aree di crisi, il Caucaso è una delle
regioni più interessanti del panorama politico internazionale e
l’Azerbaigian ne racchiude tutta la complessità.
Buona parte dei contributi raccolti nel volume è volta a ricostruire la storia dell’Azerbaigian. Tuttavia questo libro non vuole essere un manuale di storia azerbaigiana. L’intento degli autori è piuttosto quello di delineare i periodi fondamentali della storia del paese caucasico, che per la sua posizione geografica ha risentito degli influssi di vari imperi. Nel corso del tempo il territorio azerbaigiano è stato condizionato dalle alterne fortune della Persia, della Russia e, in misura inferiore, dell’impero ottomano.
Accanto alle influenze politiche, l’Azerbaigian ha subito anche l’influsso delle culture che da quegli imperi provenivano, riadattandole in base alle sue esigenze specifiche. Si è prodotta così una nazione dotata di una sua specifica identità culturale, vicina alla Turchia per lingua e cultura, ma da essa divisa dalla confessione islamica sciita, che condivide con l’Iran.
Attraverso la Russia, il paese è stato inoltre profondamente influenzato dalla cultura europea. Entrato sotto il controllo di Mosca a partire dall’inizio del XIX secolo, l’Azerbaigian ha vissuto tutte le grandi fasi della storia russa, dallo zarismo al periodo sovietico, fino a quando non ha proclamato l’indipendenza nel 1991.
La dissoluzione dell’Unione Sovietica ha aperto nuove prospettive per l’Azerbaigian, ma ha anche provocato, come in altre aree del Caucaso, l’esacerbarsi delle tensioni interetniche. Tensioni sfociate nel conflitto del Nagorno Karabakh, un territorio a maggioranza armena ma compreso all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Azerbaigian.
Dagli anni ’90 il Nagorno Karabakh si è reso de facto indipendente da Baku, ma in assenza di un riconoscimento internazionale, la questione è ancora in attesa di trovare una soluzione definitiva e l’Azerbaigian non sembra intenzionato a rinunciare alla propria integrità territoriale.
La base storica del volume viene poi integrata da contributi miranti ad analizzare la realtà politica e sociale dell’Azerbaigian attuale. Gli autori si avvalgono di approcci di varia impostazione, che spaziano dalla politologia fino all’antropologia.
Il merito di questo libro è anche quello di rintracciare, nella complessa storia del paese caucasico, i punti di contatto con l’Italia, più numerosi di quanto si potrebbe inizialmente pensare. Si va, così, dalle osservazioni di Marco Polo, che descrive con stupore i giacimenti petroliferi sul mar Caspio, fino all’attuale interesse italiano (ed europeo) per un paese che, sia per i suoi punti di forza che per le sue criticità, riveste un ruolo fondamentale nelle complesse dinamiche del Caucaso.
Natalizia G., Pommier Vincelli D. (a cura di), Azerbaigian. Una lunga storia , Passigli, Firenze, ottobre 2012.
Giordano Merlicco è collaboratore dello Iai.
Buona parte dei contributi raccolti nel volume è volta a ricostruire la storia dell’Azerbaigian. Tuttavia questo libro non vuole essere un manuale di storia azerbaigiana. L’intento degli autori è piuttosto quello di delineare i periodi fondamentali della storia del paese caucasico, che per la sua posizione geografica ha risentito degli influssi di vari imperi. Nel corso del tempo il territorio azerbaigiano è stato condizionato dalle alterne fortune della Persia, della Russia e, in misura inferiore, dell’impero ottomano.
Accanto alle influenze politiche, l’Azerbaigian ha subito anche l’influsso delle culture che da quegli imperi provenivano, riadattandole in base alle sue esigenze specifiche. Si è prodotta così una nazione dotata di una sua specifica identità culturale, vicina alla Turchia per lingua e cultura, ma da essa divisa dalla confessione islamica sciita, che condivide con l’Iran.
Attraverso la Russia, il paese è stato inoltre profondamente influenzato dalla cultura europea. Entrato sotto il controllo di Mosca a partire dall’inizio del XIX secolo, l’Azerbaigian ha vissuto tutte le grandi fasi della storia russa, dallo zarismo al periodo sovietico, fino a quando non ha proclamato l’indipendenza nel 1991.
La dissoluzione dell’Unione Sovietica ha aperto nuove prospettive per l’Azerbaigian, ma ha anche provocato, come in altre aree del Caucaso, l’esacerbarsi delle tensioni interetniche. Tensioni sfociate nel conflitto del Nagorno Karabakh, un territorio a maggioranza armena ma compreso all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Azerbaigian.
Dagli anni ’90 il Nagorno Karabakh si è reso de facto indipendente da Baku, ma in assenza di un riconoscimento internazionale, la questione è ancora in attesa di trovare una soluzione definitiva e l’Azerbaigian non sembra intenzionato a rinunciare alla propria integrità territoriale.
La base storica del volume viene poi integrata da contributi miranti ad analizzare la realtà politica e sociale dell’Azerbaigian attuale. Gli autori si avvalgono di approcci di varia impostazione, che spaziano dalla politologia fino all’antropologia.
Il merito di questo libro è anche quello di rintracciare, nella complessa storia del paese caucasico, i punti di contatto con l’Italia, più numerosi di quanto si potrebbe inizialmente pensare. Si va, così, dalle osservazioni di Marco Polo, che descrive con stupore i giacimenti petroliferi sul mar Caspio, fino all’attuale interesse italiano (ed europeo) per un paese che, sia per i suoi punti di forza che per le sue criticità, riveste un ruolo fondamentale nelle complesse dinamiche del Caucaso.
Natalizia G., Pommier Vincelli D. (a cura di), Azerbaigian. Una lunga storia , Passigli, Firenze, ottobre 2012.
Giordano Merlicco è collaboratore dello Iai.
Convegno 26-27 ottobre 2012, in occasione del 90° anniversario dell'Accademia di Romania in Roma
Programma
Venerdì, 26 ottobre 2012
Ore 16,30
Inaugurazione della mostra documentaria La Scuola Romena di Roma, 1922-1948
Ore 17 (Sala conferenze)
Prof. Mihai Bărbulescu (Direttore dell’Accademia
di Romania), Apertura dei lavori
Indirizzi di saluto
Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica, Ministero degli Affari
Esteri, Bucarest (Direttrice
Generale Theodora Magdalena Mircea)
Ambasciata di Romania presso la Santa Sede (S.E. Bogdan Tătaru-Cazaban, Ambasciatore)
Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana (Incaricato d'affari a.i. Adina Lovin)
Accademia Romena, Bucarest (Prof.
Dan Berindei, Vicepresidente)
Istituto Culturale Romeno, Bucarest (Prof. Andrei Marga, Presidente)
Unione internazionale degli istituti di archeologia, storia e storia
dell'arte, Roma (Prof. Christopher Smith, Presidente dell’Unione,
Direttore del British School at Rome)
Agenzia dei crediti e borse di studio, Ministero dell'Educazione, della
Ricerca, della Gioventù e dello Sport (Direttrice Generale Maria Magdalena Jianu)
Università “Babeş-Bolyai” di Cluj-Napoca (Prof. Ioan-Aurel Pop, Rettore)
Sapienza Università di Roma (Prof. Antonello Folco Biagini, Prorettore)
Diocesi Ortodossa Romena d’Italia (S.E. Rev.ma Mons. Siluan)
Pontificio Collegio Pio Romeno (p. Gabriel Buboi, Rettore)
Istituto Nazionale di Studi Romani (Prof. Paolo Sommella, Presidente)
Banca Nazionale Romena, Bucarest (Victor Marius Dimitriu, consigliere del Primo Vice-governatore)
Ore 18
Prima sessione
(Moderatore: Prof. Michel Gras)
Prof. Antonello Folco
Biagini (Prorettore per la Cooperazione e i Rapporti Internazionali, Sapienza
Università di Roma), I rapporti italo-romeni e la nascita della
Scuola Romena
Prof. Mihai Bărbulescu
(Direttore dell’Accademia di Romania in Roma), Vasile Pârvan, uomo e
professore
Prof. Dan Berindei
(Vicepresidente dell’Accademia Romena, Bucarest), L’Ecole de Rome et le développement de l’historiographie roumaine
pendant l’entre-deux-guerres.
Prof. Andrei Marga
(Presidente del Istituto Culturale Romeno, Bucarest), I programmi dell’Istituto Culturale Romeno 2012-2013
Ore 19,15
Presentazione
del volume: Mihai Bărbulescu, Veronica Turcuş, Iulian M. Damian, Accademia
di Romania din Roma. 1922-2012 (prof. Nicolae Edroiu, Direttore
dell’Istituto di Storia “George Bariţ” dell’Accademia Romena, Cluj-Napoca);
Presentazione
dei volumi XIII (2011) e XIV (2012) dell’Annuario Ephemeris Dacoromana (Dan Matei, Dan Tudor Ionescu, Natalia Midvichi,
Olivia Simion, Luca Matei Stoian – borsisti “Vasile Pârvan”)
Ore 20
Concerto: Pierluigi Tabachin
(flauto traversiere) e Cipriana Smărăndescu (clavicembalo). In programma: W.
Byrd, G.Fr. Haendel, A. Corelli
Sabato, 27 ottobre 2012
(Sala conferenze)
Ore 9
Seconda
sessione (Moderatore: Prof. Dan
Berindei)
Dott.ssa Anna Maria
Liberati (Responsabile delle Collezioni del Museo della Civiltà Romana, Roma), La
Romania e la Scuola Romena di Roma nell'orizzonte culturale italiano fra gli
anni '10 e '30 del Novecento
Prof. Ioan-Aurel Pop (Accademia
Romena, Rettore dell’Università “Babeş-Bolyai” di Cluj-Napoca), Vasile Pârvan - fondatore spirituale
dell'Università romena di Cluj
Prof. Michel Gras
(già Direttore L’Ecole Française de Rome), Pour
une histoire des liens franco-roumains en archéologie et sciences humaines
Prof. Sorin Vasilescu (Università
di Architettura “Ion Mincu”, Bucarest), Giulio
Magni e Petre Antonescu
Dott.ssa Veronica Turcuş
(Istituto di Storia “George Bariţ” dell’Accademia Romena, Cluj-Napoca), L'edificio dell'Accademia di Romania
nell'assetto urbanistico romano: dimensione politica ed esigenze estetiche
Ore 11, 30
Terza
sessione (Moderatore: Prof.
Antonello Folco Biagini)
Dott.sa Mihaela Iacob (Istituto di Ricerche
Ecomuseali, Tulcea), La numismatica alla
Scuola Romena di Roma
Prof. Alexandru Vulpe (Presidente
della Sezione di Scienze Storiche ed Archeologia dell’Accademia Romena, Direttore
dell’Istituto di Archeologia “Vasile Pârvan”, Bucarest), Ricordi e riflessioni
Prof. Lauro Grassi
(Università degli Studi di Milano), Modesto
contributo alla storia della Scuola Romena di Roma
Prof. Gheorghe Carageani (Università degli Studi di
Napoli “L'Orientale”, Sapienza Università di Roma), Accademia di Romania in Roma 1970-2012. Qualche ricordo e un saluto
Prof. Grigore Arbore
Popescu (Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISMAR, Venezia), La lenta uscita dal letargo: una
testimonianza
Dottorato di ricerca: iscrizione al primo anno
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Quando hai presentato la domanda eri laureando?
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Se desideri che le rate mensili della borsa ti vengano corrisposte mediante accredito su conto corrente, clicca su "conti correnti" e compila i campi relativi alle coordinate bancarie; se invece desideri riscuotere le rate della borsa direttamente allo sportello della Unicredit Banca di Roma, Tesoreria Universitaria passa direttamente al punto 5 e nel modello B1 spunta su " Riscossione allo sportello". - sempre dal pulsante “Dottorati” fare clic su “Modulistica” per stampare il Mod. B1 per la richiesta borsa (in tale modulo è richiesto l’inserimento di dati relativi all'iscrizione alla gestione separata INPS)
- effettuare il pagamento - a sportello oppure on-line - presso la Unicredit Banca di Roma
- far pervenire all’Ufficio Dottorati di Ricerca il modulo richiesta della corresponsione della borsa (Mod. B1) precedentemente stampato, allegando una fotocopia fronte retro di un documento di identità debitamente firmata. Il modulo può essere inviato per fax (06 4991 4651) oppure consegnato allo sportello
Istruzioni per i vincitori di posto senza borsa
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- inserire il codice del corso e l’importo dell’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) che serve ad ottenere una riduzione delle tasse (tale riduzione verrà applicata sulla seconda rata).
- stampare il bollettino di pagamento dell'importo di € 800,00 più la tassa regionale di € 140,00
- effettuare il pagamento - a sportello oppure on-line - presso Unicredit
I vincitori senza borsa e gli studenti stranieri ammessi in soprannumero che desiderano ottenere una riduzione della seconda rata delle tasse devono inserire il proprio Isee prima del pagamento della prima rata.
Iscrizioni ai dottorati di ricerca: anni successivi al primo
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Attenzione: il sistema consente la stampa del bollettino di pagamento solo dopo che il Collegio dei Docenti avrà comunicato all’Ufficio Dottorato l’ammissione dei singoli dottorandi all’anno successivo.
Attenzione: il sistema consente la stampa del bollettino di pagamento solo dopo che il Collegio dei Docenti avrà comunicato all’Ufficio Dottorato l’ammissione dei singoli dottorandi all’anno successivo.
Dottorandi con borsa
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- fare clic su “ristampa” per ottenere il bollettino di pagamento di € 30,00 della tassa di iscrizione.
- effettuare il pagamento - a sportello oppure on-line – presso la Banca di Roma inderogabilmente entro il 30 novembre 2012.
- In caso di rinuncia alla borsa per l’a.a. 2012/2013 stampare il Modulo di rinuncia RB3.
- per eventuali modifiche/inserimenti dei dati relativi alle coordinate bancarie fare clic su “conti correnti” (sempre dal pulsante "Dottorati") e poi su "Modulistica" per stampare il modello VAR (variazione c/c) da inoltrare all'Ufficio Stipendi.
Dottorandi senza borsa
- accedere al sistema con matricola e password e fare clic su “Dottorati”
- fare clic su “ristampa” per ottenere il bollettino di pagamento della I Rata di Iscrizione al Dottorato dell'importo di € 800,00 più la tassa regionale di € 140,00. Se si desidera richiedere una riduzione dell’importo delle tasse, occorre calcolare il proprio ISEE e dichiarare il valore su Infostud prima del pagamento della prima rata.
Premio d'onore per A. Battaglia, Il Risorgimento sul mare. La campagna navale del 1860-1861.
Il volume di Antonello Battaglia, Il Risorgimento sul mare. La campagna navale del 1860-1861, Nuova Cultura, Roma, 2012, ha ricevuto il premio d'onore Centro-Sud Italia Gen. div. Amedeo De Cia n.d. Elvira Palermo dei Principi di Santa Margherita.
La cerimonia si terrà sabato 20 ottobre ore 18,00. Palazzo della Cultura - Locri.
G. Natalizia, D. Pommier Vincelli (a cura di), Azerbaigian. Una lunga storia. Passigli, Firenze, 2012
Il volume rappresenta il risultato dell'interesse specifico di un gruppo di giovani studiosi impegnati negli ultimi anni ad approfondire la storia e le dinamiche politiche contemporanee dei Paesi caucasici, già al centro di numerosi incontri organizzati presso Università degli studi di Roma "La Sapienza". L'obiettivo dei due curatori, coadiuvati da altri ricercatori formati scientificamente dal Dottorato di ricerca in "Storia d'Europa" dell'Ateneo romano e coinvolti nel Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale "Imperi e nazioni in Europa dal XVIII al XX secolo", è stato quello di realizzare il primo lavoro di sintesi, in italiano, sulle evoluzioni politiche, economiche e sociali dei territori attualmente ricompresi nella Repubblica dell'Azerbaigian. Dall'antica Albània caucasica alle invasioni delle popolazioni turche, passando per il dominio zarista , l'esaltante periodo della prima indipendenza dopio il 1918 e il settantennio sovietico, fino a giungere alla seconda indipendenza del 1991 e alla guerra del Nagorno Karabakh. La storia dell'Azerbaigian è un appassionante e, talvolta, drammatico racconto dell'incontro tra popoli e culture differenti. Nel ventennale della ritrovata indipendenza l'Azerbaigian , grazie anche al possesso di importanti risorse naturali e alla sua collocazione spaziale strategica, ha visto incrementare il proprio peso specifico nei rapporti con l'Occidente e, in particolare, con l'Italia. Per tali ragioni conoscere la storia di una nazione tanto differente dalla nostra ma, allo stesso tempo, sempre più cruciale per gli equilibri internazionali, diventa fondamentale nella comprensione del tempo presente.
Hanno collaborato al volume:
Giovanna Motta, Antonello Biagini, Alberto Becherelli, Antonello Battaglia, Andrea Carteny, Elena Dumitru, Gabriele Natalizia, Daniel Pommier Vincelli, Martina Sargentini, Marzia Trovato, Alessandro Vagnini.
G. Motta (a cura di), Studi sull'Europa orientale. Un bilancio storiografico. Una nuova generazione di storici (1970-2010), Passigli, Firenze, 2012
L'avanzamento del processo d'integrazione all'Europa ha rinnovato l'interesse verso un approccio unitario alla storia europea inducendo a nuove riflessioni sulle culture nazionali. In tale direzione opera il dottorato in Storia d'Europa della Sapienza, Università di Roma - coordinato da Giovanna Motta - che intende promuovere una formazione storiografica e culturale di livello europeo tesa a individuare, in un'ottica interdisciplinare, le caratteristiche di lungo periodo fondative della civilitò europea. Per questo sono stati promossi, nel corso del 2012, degli incontri seminariali multidisciplinari per una riflessione sulle più recenti tendenze della storiografia italiana e internazionale sui temi dell'Europa centro-orientale, danubiana e balcanica. La storia dell'Europa orientale, registra, in Italia, una tradizione consolidata sin dagli anni del periodo interbellico. Oggi la storia dell'Europa orientale, pur in un'epoca di declino delle risorse dedicate al sapere umanistico, vive un'intensa stagione di rinnovamento grazie anche all'attività di molti giovani studiosi che operano negli atenei italiani ed europei. Gli autori dei saggi di questo volume, sentendosi parte di una comunità di ricerca capace anche di affrontare le sfide dei nuovi criteri di valutazione fondati sul peer-review, hanno voluto costruire un prodotto unitario che facesse il punto sullo stato dell'arte della ricerca - un bilancio storiografico degli ultimi quarant'anni - e servisse da stimolo per l'individuazione di nuovi ambiti di studio e riflessione.
G. Motta (a cura di), Il Risorgimento italiano. La costruzione di una nazione, Passigli, Firenze, 2012
Nel dicembre del 2010, anticipando i numerosi incontri che sarebbero seguiti in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il dottorato in Storia d'Europa dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza", ha organizzato un seminario interdisciplinare sul Risorgimento, per una riflessione sull'unificazione che ha segnato in maniera significativa la Storia d'Italia.
Non è mancata neppure la domanda, sottesa a ogni conversazione sul tema, se cioè il Risorgimento sia stato un processo compiuto o piuttosto un'occasione mancata. A tale interrogativo ognuno dei relatori ha risposto sulla base delle proprie convinzioni individuali, culturali e ideoogiche animando un ricco dibattito nel quale sono entrate le ragioni di tutti, unitari, federalisti, reazionari. In conclusione dei lavori la maggior parte dei relatori ha sostanzialmente concordato nel riconoscere la validità del processo risorgimentale - senza il quale il paese sarebbe rimasto più a lungo isolato e arretrato, preda degli altrui appetiti - e nell'affermare il contributo di quanti grandi protagonisti o eroi "minori" hanno promosso lo sviluppo politico e sociale chiedendo a gran voce la libertà dei popoli.
http://dx.doi.org/10.978.88368/13346
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