Lunedì 29 aprile, presso la sala
organi collegiali del palazzo del Rettorato, si è svolto il convegno "La
Sapienza per la cultura ungherese", incontro organizzato dal dottorato
in Storia d'Europa in collaborazione con il Centro Studi Ungheresi e
l'Accademia d'Ungheria in Roma.
Presente all'avento, l'ambasciatore d'Ungheria Jànos Balla ringrazia
l'ateneo romano per l'impegno profuso nel mantenere rappresentata la
cultura ungherese all'interno dei programmi didattici: La Sapienza si
distingue infatti per essere l'unica sede universitaria dove la storia e
la letteratura ungherese rappresentano una parte integrante
dell'istruzione italiana.
Questa giornata è organizzata nell'ambito dell'"Anno Culturale
Ungheria-Italia 2013", un'iniziativa nata per cementare il legame tra i
due Paesi in ambito scientifico, gastronomico, turistico e diplomatico.
Uno degli obiettivi primari del progetto è la realizzazione di un
inventario di punti comuni tra la cultura ungherese e quella italiana,
tramite la ricostruzione di un percorso storico capace di riportare alla
memoria eventi chiave per la nascita della collaborazione tra i due
Paesi, diventata nel tempo profonda amicizia. Entrambi i governi hanno
infatti un forte interesse a mantenere questo rapporto speciale, che
esprimono sovente nell'organizzazione congiunta di eventi, concerti e
mostre, realizzate pensando alle vicendevoli influenze nelle produzioni
artistiche.
La seconda priorità dell'"Anno Culturale" coinvolge direttamente il
mondo accademico e riguarda il tentativo di mantenimento di un alto
livello d'interesse verso la lingua ungherese, strumento centrale per
l'identità nazionale.
Antal Molnár, direttore dell'Accademia d'Ungheria, sottolinea
l'approccio adriatico-mediterraneo con cui l'università italiana ha
trattato la storia ungherese, descrivendo i dipartimenti interessati
come officine di studi sull'Europa centro-orientale.
L'Accademia e l'università romana sono legate da una storia comune
iniziata 84 anni fa, testimonata dal fatto che per lungo tempo i
direttori della prima sono stati professori ordinari dell'ateneo
italiano. La collaborazione, per alcuni decenni resa difficile dai
regimi politici, si intensifica negli anni '90: i ridotti mezzi di cui
dispone l'organizzazione fanno sì che le attività principali si
concentrino soprattutto nella città di Roma. L'importanza della
relazione risulta evidente nella realizzazione dei programmi scientifici
dell'Accademia; la sua produzione sarebbe infatti molto più povera
senza l'appoggio della cattedra universitaria della cultura ungherese.
SINERGIE- Sono molti i momenti di comunione tra i due Paesi, nei secoli
scorsi. Al termine della prima guerra mondiale Ungheria e Italia si
trovarono in parte a condividere la stessa posizione: la prima perdente
nel conflitto per il suo legame con l'Austria, la seconda a causa
dell'insoddisfazione provata a seguito della spartizione territoriale. I
due Paesi lottarono poi insieme contro gli austriaci in nome della
medesima causa: la conquista dell'indipendenza.
La storia ungherese è millenaria e racconta lo sviluppo di uno Stato
che per otto secoli si estese in gran parte dell'Europa centrale. Gli
studi ricoprono così la vicenda croata, quella dell'odierna Slovacchia e
della transilvania, fino alla costa dalmata. Per la sua strategica
posizione geografica nel 1989, anno del crollo dell'impero comunista,
l'Ungheria rappresentò uno degli avanposti dell'epocale cambiamento.
Il processo di costruzione di un centro di studi ungheresi all'interno
dell'università romana fu avviato dal Prof. Péter Sárközy. Il centro
cominciò a sviluppare le sue potenzialità grazie al contributo annuo
della segreteria amministrativa ad alla collaborazione con il Consiglio
Nazionale delle Ricerche, prima che l'operatività dello stesso venne
fortemente compromessa dalle riforme governative degli ultimi anni. La
recente crisi intacca infatti le possibilità d'approvvigionamento delle
risorse economiche necessarie agli studi ed all'attività del centro.
Questa difficoltà, come ricorda Antonello Folco Biagini, Prorettore per
la Cooperazione e i Rapporti Internazionali, non deve però interrompere
il processo di recupero dell'insegnamento delle "piccole" lingue
dell'Europa dell'est, che, troppo spesso tacciate superficialmente come
minoritarie, rischiano di essere oscurate da una politica universitaria
propensa verso un'offerta formativa incentrata sulla lingua inglese o
spagnola.
Nella seconda parte dell'incontro vengono presentati alcuni
interessanti volumi che ripercorrono la storia della cultura ungherese,
la sua relazione con il cristianesimo nei tempi più antichi e il suo
legame con il processo di nascita dei moderni Stati europei in età
contemporanea. I volumi, così come le pubblicazioni della "Rivista di
Studi Ungheresi", si trovano all'interno del sito della
biblioteca nazionale ungherese o nel sito del
dottorato in Storia d'Europa.
La giornata appena trascorsa voleva essere una piccola festa per
ricordare le iniziative realizzate in passato e lo stato attuale della
collaborazione tra i due Paesi. L'obiettivo principale è però quello di
invitare i giovani ricercatori a continuare il lavoro finora svolto,
sulla strada della valorizzazione della cultura ungherese e dell'Est
Europa. Questi rispondono entusiasti all'appello, impegnandosi con
dedizione per il futuro prossimo della ricerca.
Sara Andreoli di Radio Sapienza