L’evento, che ha visto l'aula magna gremita di giovani, è
stato aperto dalla prolusione del magnifico rettore Luigi Frati e dall’elogio della
prof.ssa Giovanna Motta, coordinatore del dottorato di ricerca, che ha rilevato efficacemente l'aspetto storico delle opere di successo del maestro siciliano.
Dopo la solenne
proclamazione in latino, letta dal prof. Andrea Carteny, Camilleri ha
tenuto la lectio magistralis dal
titolo “Uno scrittore italiano nato in Sicilia” in cui ha messo in risalto l'italianità delle sue opere ispirate e animate dalla sua imprescindibile musa, la Sicilia.
"Quando mi dicono, sei uno scrittore siciliano? io mi affretto a correggere: sono uno scrittore italiano nato in Sicilia".
A conclusione dell'emozionante lectio, il maestro ha confessato di pensare a un nuovo romanzo storico, questa volta autobiografico e dedicato proprio all'Europa. Le speranze di un giovane che vive nel "Ventennio", la deflagrazione della Seconda Guerra Mondiale e il caos continentale. La ricostruzione post-bellica e le prime teorie di un'unione europea accarezzate dalle speranze di grandi uomini come Adenauer, De Gasperi, Spinelli. Il giovane ragazzo, ormai divenuto uomo assiste alla concretizzazione delle aspettative: la nascita di un'Europa unita anche se la realtà è più un compromesso non propriamente corrispondente all'iniziale sogno. "Meglio di niente" dice Camilleri. E infine il presente. La crisi economica di questa Europa che ne mina seriamente la stabilità politica e la speranza di un finale di romanzo roseo. I veri sentimenti di unione e filantropia si risvegliano e il continente supera la crisi più coeso di prima, con l'agognato sogno realizzato.
"Spero che i miei nipoti non leggano questo finale, ma possano viverlo in prima persona". Con queste parole un emozionato Camilleri chiude il suo intervento strappando alla platea, ancor più emozionata, una commovente standig ovation.
Antonello Battaglia