Antonello Battaglia, La capitale contesa. Firenze, Roma e la Convenzione di Settembre (1864), Nuova Cultura, Roma, 2013



Fontainebleau, 15 settembre 1864, ore 15. Nigra, ambasciatore italiano a Parigi, Pepoli, ambasciatore italiano a Pietroburgo e amico di Napoleone III e Drouyn De Lhuys, ministro degli Esteri francese, siglano la Convenzione di Settembre. L’accordo, raggiunto dopo tre anni di trattative altalenanti, prevedeva la smobilitazione francese da Roma e il progressivo avvicendamento delle truppe imperiali con un corpo di volontari cattolici. L’Italia doveva tuttavia garantire l’indipendenza e la sicurezza dei territori pontifici e s’impegnava a trasferire la capitale da Torino a Firenze. L’ambiguità dell’accordo metteva entrambi i Paesi nella condizione di ritenerlo un successo diplomatico. Parigi ritirava le truppe perché giudicava lo spostamento di capitale come la definitiva rinuncia italiana a Roma, mentre per i diplomatici di Vittorio Emanuele II, si trattava di un avvicinamento progressivo all’urbe e l’inizio di una soluzione pacifica della Questione Romana. La guarnigione transalpina – intervenuta e insediatasi, su richiesta di Pio IX, nella tarda primavera del 1849 – iniziava a tornare in Francia.

A seguito della Convenzione, una commissione militare – costituita dai generali di corpo d’armata – fu incaricata di studiare il nuovo assetto strategico-militare della Penisola alla luce dello spostamento di capitale.

In prossimità del 150° anniversario dalla Convenzione, il volume ricostruisce – con l’ausilio dei Documenti Diplomatici Italiani e degli incarti custoditi presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e presso la biblioteca del Centro di Simulazione e Validazione dell’Esercito di Civitavecchia – le complicate trattative d’accordo e l’elaborazione delle nuove strategie militari italiane.