G. Senatore, Storia della sostenibilità. Dai limiti della crescita alla genesi dello sviluppo, Franco Angeli, 2013

In passato l’uomo ha modificato l’ambiente naturale a suo piacimento. Tutto quello che veniva costruito o edificato aveva come obiettivo il miglioramento delle condizioni umane in armonia con l’ambiente. La scienza e la tecnica venivano considerati strumenti per interpretare la natura. Il limite allo sfruttamento delle risorse era dato dalla stessa consapevolezza della sopravvivenza dell’uomo sulla terra. Nell’età contemporanea si è passati dal difendersi dalla natura a difendere la natura. Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo che l’uomo aveva per la prima volta oltrepassato il limite dell’auto distruzione con l’uso dell’atomo a fini bellici, l’Europa riscopre una nuova fase di crescita economica, caratterizzata dall’incremento demografico, da rapide innovazioni scientifiche e tecnologiche e da grandi riforme strutturali. Questo periodo fu descritto dai teorici dell’economia come una condizione di sviluppo. Tra la fine degli anni sessanta e gli inizi dei settanta, in un’Europa attraversata dalla guerra fredda, si concentrano una serie di eventi che collocano in correlazione l’ambiente, la crescita economica e lo sviluppo. Uno sviluppo particolarmente dinamico, oggi, non più inteso come negli anni settanta esclusiva accezione legata alla crescita economica ma, come nuovo indicatore in grado di misurare il reale avanzamento sociale, culturale, civile ed anche economico di una società.