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Negli scorsi giorni due eventi culturali si sono tenuti alla Sapienza e all'Istituto Cervantes di Roma
Nella mattinata di mercoledì 23 maggio si è tenuto all'Università
Sapienza di Roma nell'aula degli Organi collegiali il seminario "Storia e
Letteratura. L'idea di Nazione e il mondo nuovo del XX secolo".
L'incontro ha chiuso il ciclo di lezioni del dottorato di ricerca in
"Storia d'Europa", coordinato dalla prof. Giovanna Motta ed è stato
realizzato nell'ambito del PRIN "Imperi e nazioni in Europa dal XVIII al
XX secolo" coordinato dal prof. Antonello Biagini.
Nella introduzione Giovanna Motta ha rievocato le molte suggestioni tra
la narrativa e la storia, tema che ha caratterizzato l'indirizzo
dell'intero corso dottorale di questo anno accademico 2011-12. La prof.
Motta si è soffermata sull'opera di Marguerite Yourcenar, concentrandosi
in particolare su "L'Opera al nero". Il libro, ambientato nelle Fiandre
del 1500, ruota intorno alla figura di Zenone, filosofo, scienziato e
alchimista. Attraverso la ricerca verso l'opus nigrum -ossia diretta
alla spoliazione delle forme e all'immortalità- l'autrice ci conduce
nella fase di passaggio dal Medioevo all'Età moderna. Elogiando lo
spirito "storico" dell'autrice, Giovanna Motta ha ricordato come
Marguerite Yourcenar abbia utilizzato gli archivi della sua famiglia,
così come quelli pubblici, prima di affrontare il delicato tema
dell'Inquisizione cattolica e della Controriforma, realizzando una vera e
propria ricerca storica su fonti primarie. Differenti relazioni si sono
poi succedute a quella introduttiva della prof. Motta.
La dott.ssa Maria Nogues Bruno ha illustrato le storie "eroiche" e
spesso dimenticate delle donne repubblicane nella Spagna franchista,
rievocando il dramma portato alla luce dalla scrittrice Dulce Chacon con
"Le ragazze di Ventas": un romanzo dal forte impatto costruito in
seguito ad un grande lavoro di ricerche d'archivio e di testimonianze
orali su un periodo fino ad allora rimasto in ombra della guerra civile
spagnola.
Il dott. Andrea Carteny ha poi introdotto il tema del "turanismo" nella
cultura ungherese. Ricordando l'ideologia nata per promuovere la
riscoperta delle origini dei popoli "turanici" (ugrici e altaici, come
ungheresi, turchi, azerbaigiani, tatari, turkestani, mongoli, giapponesi
etc.) ma soprattutto mettendo in evidenza un punto di vista poco noto
su un Paese di grande cultura, come l'Ungheria, che oggi sembra venir
giudicato sulla base di interpretazioni spesso superficiali della
presente situazione politica. La relazione sul "turanismo" ha fornito
interessanti elementi per comprendere l'evoluzione della nazione
ungherese e di questa ideologia sovranazionale, che dalla metà
dell'Ottocento sino alla seconda guerra mondiale ha rappresentato una
parte importante delle ambizioni ideologiche e politiche di Budapest.
Mentre
il 22 maggio, alla Biblioteca "Maria Zambrano" presso l'Instituto
Cervantes di Roma si e' tenuta una conferenza su "La Roma de Alberti: un
peligro para caminantes". La relatrice, la dott.ssa Maria Pilar Nogues
Bruno ha illustrato, di fronte ad un pubblico italiano appassionato
della cultura spagnola, gli aspetti letterari e umani, quelli politici e
quotidiani del grande poeta e artista andaluso. Il ciclo di incontri
intitolato "Un viale literario y turistico" ha presentato varie città'
del mondo, concludendosi con Roma con un personaggio quanto mai
cosmopolita ma anche amante della semplice vita di quartiere. Nato
vicino Cadice, Rafael Alberti era nipote di un garibaldino toscano,
Tommaso Alberti Sanguinetti. Dopo il trasferimento a Madrid, il successo
letterario e l'impegno nella guerra civile al fianco dei repubblicani,
e' costretto all'esilio, prima in Francia poi in Argentina, dove si
sarebbe affermato pubblicando importanti volumi di poesie e dove sarebbe
nata sua figlia Aitana. Dopo quasi 24 anni Alberti raggiunge la patria
del nonno, l'Italia. Si stabilisce a Roma, che diventa la sua città'.
Qui la casa di Alberti e della moglie Teresa Leon diventa un punto di
riferimento letterario, artistico, politico della sinistra dell'epoca:
personalità famose, affermate nell'orizzonte italiano e europeo
dell'epoca, si legano agli Alberti di amicizia e scambio di opinioni e
dibattiti impegnati. Dettagli, volumi e sfumature sono state illustrate
da Maria Nogues Bruno nella conferenza: "Grazie all'iniziativa della
direttrice della Biblioteca 'Zambrano' Milagros Ferrer e all'attenzione
del direttore dell'Instituto Cervantes Mario Garcia De Castro per temi
di cultura contemporanea, tra Spagna e Italia, Europa e America, poesia e
politica, ho avuto il piacere di illustrare un personaggio, come Rafael
Alberti, tipologico di ciò che significa "intellettuale impegnato" ma
anche uomo di tutti i giorni… Temi oggi molto attuali, nel momento in
cui in tutta Europa si solleva la questione della "casta", della
differenza tra la vita dei cittadini "normali" e quella dell'etile
politica e culturale."
Prima del suo trionfale ritorno in Spagna, durante la transizione
post-franchista, il legame con Roma fa si' che Alberti lasci agli
spagnoli e ai castellano-hablanti un percorso sentimentale di Roma, nel
volume dal titolo evocativo "Roma, peligro para caminantes". In questi
versi si sente la quotidianità', la sincerità' della sua vita cittadina,
nella Citta' eterna: "Cuando me vaya de Roma, / ¿quién se acordará de
mí? / Pregunten al gato, / pregunten al perro / y al roto zapato / (…)
Al viento que pasa, / al portón oscuro / que no tiene casa. / Y al agua
corriente / que escribe mi nombre / debajo del puente. / Cuando me vaya
de Roma / pregunten a ellos por mí."