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Nel
2006, l’affermato fotografo slovacco-canadese Yuri Dojc capitò in una scuola
abbandonata a Bardejov, in Slovacchia, dove il tempo si era fermato nel 1942,
nel giorno in cui gli studenti furono deportati nei campi di concentramento.
Quando Dojc vi entrò, c’erano ancora i libri sui banchi, così com’erano stati
lasciati. Trovò quaderni corretti, pagelle e persino, in un secondo momento, un
libro che era appartenuto a suo nonno. Li vide come sopravvissuti, ultimi
testimoni di quel che restava di una vitale comunità, e li ritrasse in immagini
di rara bellezza, adesso per la prima volta in Italia con Last
Folio: un viaggio fotografico con Yuri Dojc, esposizione che
verrà inaugurata martedì 29 ottobre alle ore 18 nella galleria della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Al centro di Last Folio – la cui
installazione è stata ideata dal designer Daniel Weil del prestigioso Studio
Pentagram – ci sono naturalmente le
fotografie dei libri che Dojc trovò nella scuola ebraica di Bardejov, ma la mostra unisce ad esse in
simbiosi i commoventi ritratti di sopravvissuti dell’Olocausto e le vivide
immagini delle strazianti rovine di scuole, sinagoghe e cimiteri, includendo anche
il toccante documentario sul viaggio di Dojc attraverso la Slovacchia realizzato
dalla regista Katya Krausová, curatrice dell’intero progetto.
Nata
da un’iniziativa dell’Ambasciata della Repubblica Slovacca in Italia, in
collaborazione con l’Ambasciata del Canada in Italia, dopo aver fatto tappa
alla Cambridge University, al Museum of Jewish Heritage di New York, alla
Commissione Europea di Brussel, a Košice Capitale europea della cultura 2013, Last Folio sarà visitabile a Roma,
grazie alla collaborazione con la Biblioteca Nazionale,
fino al 27 gennaio 2014 (ingresso gratuito, lun-ven 10-19 – sab 10-13,30),
scegliendo quindi per il suo finissage
il valore altamente simbolico della Giornata della Memoria. «Era assolutamente
indispensabile – dichiara il Direttore della BNCRM Osvaldo Avallone - che il
commovente viaggio fotografico di Yuri Dojc approdasse anche a Roma e che
venisse ospitato proprio dalla Biblioteca Nazionale, luogo ideale di incontro
tra cultura e arte, ma soprattutto luogo dove il sapere, la conoscenza, la
storia dell’umanità si tramanda attraverso i milioni di libri antichi e moderni
ivi conservati, testimoni e superstiti della nostra memoria».
IL PROGETTO
Nel
1997, al funerale del padre, Yuri Dojc incontrò un sopravvissuto dell’Olocausto.
Dal loro incontro scaturì la decisione di fotografare i sopravvissuti slovacchi
prima che fosse troppo tardi. Durante il viaggio attraverso il paese, Dojc fece
più di centocinquanta ritratti, annotando storie e volti. Trovò oggetti e
visitò palazzi appartenuti alla comunità ebraica, così come scuole, sinagoghe e
cimiteri. Commosso dalla loro bellezza, nonostante il loro stato di degrado,
decise di trovare e fotografare altre testimonianze di questa comunità profondamente segnata. Seguì il
percorso descritto in dettaglio nel libro di suo padre sul patrimonio ebraico
del paese, e iniziò il progetto che ora è diventato Last Folio.
Dojc
ha detto: «Ognuno di noi cerca di
lasciare delle tracce della nostra esistenza, un segno che rimarrà quando non
ci saremo più. Ma non è rimasto quasi nulla che ricordi le persone le cui vite
sono state stroncate durante l’Olocausto. La fotografia mi permette di
costruire un memoriale privato in loro ricordo. Tramite queste foto rendo loro
omaggio e mantengo vivo il loro ricordo. Posso solo sperare che le mie immagini
lascino un segno in chi visiterà la mostra».
Yuri
Dojc e la regista Katya Krausova hanno
cercato e scoperto un’infinità di oggetti messi in salvo dagli ebrei slovacchi
e dai loro vicini non ebrei. Hanno anche raccolto le storie di come queste
testimonianze fossero sopravvissute. In un caso, un uomo, avendo saputo che il
sindaco della sua città stava per distruggere una sinagoga per crearvi un
parcheggio, mise a disposizione la sua casa per custodirvi i libri sottratti
alla sinagoga abbandonata. Trent’anni dopo, i libri si trovano ancora in questa
casa. La Krausova
ha dichiarato: «Yuri ed io abbiamo
attraversato borghi e villaggi di tutto il paese, incontrando persone e
trovando ricordi di vite e frammenti di memorie. Rintracciare le esperienze
delle nostre famiglie, e i mondi in cui vissero e morirono, è stato un viaggio
estremamente intenso, emotivo, spirituale e profondamente personale».
Nato
in Cecoslovacchia, Yuri Dojc giunse
in Canada come rifugiato nel 1969. Quattro decadi dopo, le fotografie di Yuri
si trovano nelle collezioni e nelle gallerie di tutto il mondo, ivi compresa la
collezione permanente della Galleria Nazionale del Canada, il Museo Nazionale
della Slovacchia e la
Biblioteca del Congresso a Washington.
Katya Krausova è una produttrice e regista televisiva indipendente i cui lavori sono
stati trasmessi su canali televisivi nazionali e presentati a festival di
cinema in tutto il mondo. È arrivata nel Regno Unito dopo l’invasione russa
della Cecoslovacchia del 1968. Dirige una delle principali società inglesi di
film indipendenti e programmi televisivi, la “Portobello Media and Portobello
Pictures”, vincitrice del premio Oscar per il migliore film in lingua straniera
nel 1997 con Kolya.
L’Ambasciata della Repubblica Slovacca in
Italia, in qualità di promotore del progetto, desidera, attraverso l’alto
valore artistico di questa opera realizzata da un autore di origine slovacca,
lasciare alle generazioni di oggi un significativo messaggio sull’importanza
della protezione e della tutela della cultura e delle tradizioni.
L’Ambasciata
del Canada in Italia, partner dell’iniziativa, è lieta di sottolineare, con
questo grande evento, lo straordinario talento di Yuri Dojc, l’importanza dei
valori del multiculturalismo, dei diritti umani e della libertà religiosa per
il Canada, e l’anno di presidenza canadese dell’Alleanza internazionale per la Memoria dell’Olocausto, marzo 2013 – marzo
2014.
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