In passato l’uomo ha modificato l’ambiente naturale a suo piacimento.
Tutto quello che veniva costruito o edificato aveva come obiettivo il
miglioramento delle condizioni umane in armonia con l’ambiente. La
scienza e la tecnica venivano considerati strumenti per interpretare la
natura. Il limite allo sfruttamento delle risorse era dato dalla stessa
consapevolezza della sopravvivenza dell’uomo sulla terra. Nell’età
contemporanea si è passati dal difendersi dalla natura a difendere la
natura. Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo che l’uomo aveva
per la prima volta oltrepassato il limite dell’auto distruzione con
l’uso dell’atomo a fini bellici, l’Europa riscopre una nuova fase di
crescita economica, caratterizzata dall’incremento demografico, da
rapide innovazioni scientifiche e tecnologiche e da grandi riforme
strutturali. Questo periodo fu descritto dai teorici dell’economia come
una condizione di sviluppo. Tra la fine degli anni sessanta e gli inizi
dei settanta, in un’Europa attraversata dalla guerra fredda, si
concentrano una serie di eventi che collocano in correlazione
l’ambiente, la crescita economica e lo sviluppo. Uno sviluppo
particolarmente dinamico, oggi, non più inteso come negli anni settanta
esclusiva accezione legata alla crescita economica ma, come nuovo
indicatore in grado di misurare il reale avanzamento sociale, culturale,
civile ed anche economico di una società.